EQUILIBRI, COLORE
Il colore come materia vergine che crea forme provenienti da una dimensione ignota, da un mondo parallelo a quello concreto e reale, appartenente alla sfera delle idee.
Gabriele Casale, come un demiurgo, utilizza gli strumenti dell’arte al pari di una sostanza primordiale, creando una sua dimensione artistica che non ha elementi corrispettivi nella realtà ma che appartiene al suo personale codice intellettuale e creativo.
Il dualismo soggetto/oggetto è superato. Dopo una prima fase figurativa Casale ha innescato il processo che lo ha condotto all’astrazione, alla ricerca più pura e fedele al proprio pensiero sull’arte.
Lo studio e la copiosa produzione di dipinti e acquerelli lo hanno portato alla codificazione di un linguaggio artistico fatto di particelle semplici, che si compongono e si fondono sulla tela creando una variegata serie di opere, che si snodano tra le pareti di Palazzo Caetani come un vero e proprio proclama artistico.
L’opera d’arte si libera dalla funzione di rappresentazione e dichiara la propria poetica tenendo conto di tutte le componenti espressive dell’arte. Le tele diventano come tasselli di un mosaico che con la loro disposizione formano la vera opera totale. La superficie del quadro stesso dialoga direttamente con chi guarda per completare all’interno del campo visivo la giustapposizione di forme e l’accostamento di colori che generano corrispondenze e forme mutevoli non fissate sulla tela.
Un’esposizione intesa come un’armonia di elementi, quelli propri dell’arte e quelli dello spazio architettonico che fa da contenitore passando per la visione ottica di chi verrà a vedere, concezione artistica che mette al centro dell’opera non solo chi la crea ma anche chi la guarda.
Marianna Cozzuto
Il colore come materia vergine che crea forme provenienti da una dimensione ignota, da un mondo parallelo a quello concreto e reale, appartenente alla sfera delle idee.
Gabriele Casale, come un demiurgo, utilizza gli strumenti dell’arte al pari di una sostanza primordiale, creando una sua dimensione artistica che non ha elementi corrispettivi nella realtà ma che appartiene al suo personale codice intellettuale e creativo.
Il dualismo soggetto/oggetto è superato. Dopo una prima fase figurativa Casale ha innescato il processo che lo ha condotto all’astrazione, alla ricerca più pura e fedele al proprio pensiero sull’arte.
Lo studio e la copiosa produzione di dipinti e acquerelli lo hanno portato alla codificazione di un linguaggio artistico fatto di particelle semplici, che si compongono e si fondono sulla tela creando una variegata serie di opere, che si snodano tra le pareti di Palazzo Caetani come un vero e proprio proclama artistico.
L’opera d’arte si libera dalla funzione di rappresentazione e dichiara la propria poetica tenendo conto di tutte le componenti espressive dell’arte. Le tele diventano come tasselli di un mosaico che con la loro disposizione formano la vera opera totale. La superficie del quadro stesso dialoga direttamente con chi guarda per completare all’interno del campo visivo la giustapposizione di forme e l’accostamento di colori che generano corrispondenze e forme mutevoli non fissate sulla tela.
Un’esposizione intesa come un’armonia di elementi, quelli propri dell’arte e quelli dello spazio architettonico che fa da contenitore passando per la visione ottica di chi verrà a vedere, concezione artistica che mette al centro dell’opera non solo chi la crea ma anche chi la guarda.
Marianna Cozzuto